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La Roma, i Friedkin e la squadra invisibile

Venerdì 08 ottobre 2021
Per vincere trofei servono calciatori forti, ma anche una "squadra invisibile" fuori dal campo. Era uno dei tormentoni di Gian Paolo Montali, dirigente che ha fatto bene ovunque, compresa Roma. È una legge dello sport che anche Dan e Ryan Friedkin conoscono bene.

I texani, in quattordici mesi di presidenza e con un esborso di quasi 500 milioni tra acquisto e gestione, hanno affidato il progetto tecnico a un top come Mourinho, blindato Lorenzo Pellegrini che attualmente è uno dei migliori di tutta la Serie A, acquistato un prospetto come Abraham ma anche messo sotto contratto undici professionisti dietro le scrivanie del club.

Undici, proprio come una squadra che va in campo. In ordine di arrivo: Tiago Pinto (general manager), Maurizio Lombardo (segretario generale), Vincenzo Vergine (settore giovanile), Max Van den Doel (direttore marketing), Stefano Scalera (direttore relazioni governative), Francesco Pastorella (direttore Roma Departments), Roberto Murgo (capo del personale), Joel Krauss (capo della sicurezza), Lorenzo Vitali (responsabile ufficio legale), Maurizio Costanzo (advisor comunicazione stadio, unica figura molto esposta anche in quanto "spin doctor" dell'ex sindaca Virginia Raggi) e -last but not least - Pietro Berardi (nuovo Corporate Ceo).
Berardi, 47 anni, laureato alla Bocconi, arriva alla Roma dopo una carriera internazionale di alto livello. Ha conseguito un Mba a Boston, ha lavorato presso Royal Dutch Shell in Europa e poi nel settore dell'automotive per oltre 15 anni negli Stati Uniti (Fiat Chrysler, Nissan, Pirelli). La presenza assidua dei Friedkin a Roma, al contrario di quanto faceva James Pallotta, è stata una dei motivi della decisione concordata con Fienga.

Il lavoro da fare è tanto, il primo passo riguarda biglietteria e abbonamenti visto che ieri è arrivata la buona notizia dell'aumento della capienza negli stadi dal 50 al 75 per cento, con l'auspicio di arrivare al 100 per cento nei prossimi 15 giorni. I tifosi romanisti, fin qui avevano riempito le tribune dell'Olimpico nei limiti consentiti, con una percentuale di biglietti venduti superiore al 95 per cento.

Ora i posti a disposizione saranno dai 46mila ai 49mila. A breve la Roma lancerà una campagna abbonamenti che avrà un occhio di riguardo per chi si era già tesserato ed era rimasto danneggiato dalla pandemia che ha chiuso gli impianti. Da vedere i costi per i tifosi, ma l'impressione è che si punterà a riempire l'Olimpico con prezzi popolari.

Poi, sotto con lo stadio di proprietà, con l'Ostiense come zona preferita. La campagna elettorale è sempre il momento delle promesse, con il nuovo sindaco si dovrà invece puntare velocemente al sodo.
di L. Valdiserri
Fonte: Corriere della Sera
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